La Guida: oggetto e finalità
La Guida si propone di dare notizie e riferimenti utili sulla storia, regime giuridico, antichi modi di utilizzo e di possesso e sulle gestioni attuali dei beni delle comunità locali di abitanti. Si tratta di tutte quelle forme di appartenenza originarie che rientrano nella grande categoria delle proprietà, domini e/o assetti fondiari collettivi e che sono indicate, sopratutto nelle regioni meridionali dell’ex Regno di Napoli, con il termine di antica tradizione di demanio di uso civico o demanio civico.
Le denominazioni e le strutture degli enti che gestiscono i patrimoni originari delle comunità sono diverse nei vari contesti territoriali. In genere nelle regioni alpine del Nord Italia vi sono associazioni chiuse con propri organi, regolamenti, statuti e consuetudini. Esse agiscono come imprese private pur mantenendo il regime pubblicistico dell’antico patrimonio. Molto importanti sono le Antiche Regole ricostituite del Veneto, le Consorterie del Piemonte e Valle d’Aosta, le comunelle del Carso, le Vicinie e le Asuc del Friuli, le associazioni di originari della Lombardia. Diversa per origini e natura giuridica la grande categoria delle comunioni familiari montane che hanno da sempre rivendicato e ottenuto il riconoscimento del regime privatistico. Nel Centro Italia molto attive sono le comunanze agrarie dell’Umbria e delle Marche; una vita più travagliata hanno avuto le università agrarie del Lazio e degli ex Stati pontifici; nel Sud e Centro Sud d’Italia ( soprattutto in Abruzzo), con modalità e storie diverse, sopravvivono i demani civici e i diritti di uso civico, aperti agli usi di tutti i residenti. Ne trattiamo nel sito.
Un’avvertenza: anche se le strutture comunitarie, le normative locali e le denominazioni degli enti gestori sono diverse nelle singole aree territoriali in cui si sono mantenuti gli antichi possessi, sia in Italia che nelle altre parti del mondo abitato, il fenomeno è unitario e risale ai primi insediamenti umani quando il possesso della terra era comune a tutti i componenti il gruppo e consisteva nell’utilizzo diretto, promiscuo e solidale dei beni da parte degli uomini della comunità e nello scambio in natura dei prodotti necessari alla vita.
Queste prime forme di uso e possesso possono assimilarsi ai moderni diritti fondamentali dell’uomo (uguaglianza, solidarietà, lavoro): sono diritti inviolabili, irrinunciabili e fondamentali perché assicurano un’esistenza libera e dignitosa. Questo spiega perché gli antichi patrimoni sono giunti fino a noi, anche se in misura assai ridotta, date le usurpazioni, le forme di appropriazione, legittime e non, subite in ogni tempo. Gli antichi possessi e diritti di uso sono stati sempre esercitati e difesi dagli uomini delle comunità perché essenziali per la vita e sopravvivenza del singolo e del gruppo e sono ancor oggi importanti perché garantiscono un habitat umano e naturale vivibile.
Nella società attuale, naturalmente il modo di gestire e difendere i beni della comunità sono mutati come sono mutati i bisogni e le condizioni sociali, ma va tutelato e conservato il regime pubblicistico che ne assicura la destinazione in funzione delle necessità degli utenti, come pure va garantita l’autonomia degli enti gestori.
La difesa dei beni e possessi collettivi, sopratutto dei patrimoni boschivi e dei pascoli, che sono gestiti dalle stesse comunità proprietarie in base ai propri regolamenti e statuti, e quindi sottratti a politiche speculative, è stato ed è essenziale per la conservazione del territorio e dell’ambiente.
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