La Regione Piemonte propone al Parlamento alcune modifiche alle disposizioni della l.168/2017 sui Domini collettivi che ne travisano contenuti, ratio e finalità ed introducono norme di natura privatistica incompatibili con lo speciale regime pubblicistico della categoria.
Si tratta di una pdl che non può essere presa in alcuna considerazione. In sintesi, essa giunge ad inserire nel patrimonio disponibile degli enti pubblici i beni delle comunità originarie, contraddicendo ed annullando lo speciale regime che ne ha sempre tutelato l’esistenza, la perpetua destinazione agro- silvo pastorale e la sopravvivenza a favore delle future generazioni. Negare o mettere in forse lo speciale regime significa voler abolire l’intera categoria delle proprietà collettive di originaria appartenenza delle comunità locali di abitanti.
Sorprende che questa proposta venga pensata e presentata nel momento attuale in cui gli antichi patrimoni delle comunità originarie sono oggetto di studi e ricerche approfondite da parte degli storici, delle università e dei gruppi di ricerca più avanzati e progressisti.
ATTENZIONE Il mondo delle comunità originarie NON E’ UN MONDO MORTO E SUPERATO.
Le antiche comunità di villaggio, sopravvissute con le loro regole e statuti , accanto al moderno comune amministrativo (cd. doppio comune), possono costituire un modello alternativo e virtuoso capace di opporsi ed annullare il modello consumistico ed irrazionale della società moderna ad economia capitalista e monetaria che sta distruggendo il nostro pianeta. ( sul punto V. la sezione pubblicazioni del sito)